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CHE COSA SONO? La scelta prima di rientrare al lavoro.


Lo scorso 22 novembre con un bel gruppo di neo mamme ci siamo ritrovate a fare colazione insieme mentre provavamo a ragionare intorno a questa proposta "Tornare al lavoro e adesso che faccio. Nonni, baby sitter, nido... nessuno sarà come me".

Per prima esordisce Francesca, mamma di un bimbo di 3 anni da poco inserito alla scuola materna e che si è posta davanti alla scelta: rientrare o meno nel mondo del lavoro?

Era una donna in carriera, stretta collaboratrice in una società dedita alla organizzazione di eventi e per questo senza orari, giorni lavorativi e luoghi precisi a scandire la sua giornata. Poi arriva la gravidanza e tutto ciò non è piu sostenibile, forse è stato il suo corpo a renderle tutto ciò noto. Ma sta di fatto che si ritrova a casa, felice di fare la mamma a tempo pieno. Il tempo passa, avviene quel normale e fisiologico distacco da quel bambino che ora può cominciare ad esplorare il mondo anche senza una sorveglianza materna costante e così prendono forma nuove domande "IO COSA SONO? E ADESSO CHE FACCIO?".

Ed è qui che il nostro gruppo di mamme ha preso vita e forma riconoscendosi nell'essere donne accomunate da questa sensazione di profonda ed intima trasformazione: l'espropriazione da un corpo che si avverte come diverso sia da quello prima della gravidanza che da quello post partum, da una psiche non piu centrata solo su se stessa (e al massino sul proprio partner) ma quasi unicamente sul proprio bambino e da un fare sempre più frenetico. I pensieri non solo rivolti al presente ma soprattutto al futuro.

Quello che la domanda di Francesca ha sollecitato è il bisogno di capire prima chi siamo diventate, non siamo più quelle donne, non siamo più solo in quel ruolo di moglie/compagna, siamo altro. Che cosa?

Fatto un minimo di chiarezza possiamo cominciare a riflettere su quali scelte siamo in grado di sostenere, quali compromessi tu ed il tuo partner siete in grado di accettare affinché la vostra famiglia trovi via via nuovi equilibri (e di questo ne parleremo bene mercoledì 29 novembre). Posso rinunciare allo svezzamento, alle ore di allattamento, a non vedere mio figlio/a sino all'ora di cena? Certo, queste domande può porsele chi ha il privilegio di poter scegliere, perché non dimentico quelle situazioni, in cui a prescindere dalle condizioni lavorative proposte, si DEVE tornare a lavorare per dare un tetto, cibo ad un figlio, Ma anche in queste situazioni è utile, a mio avviso, tenere sempre presente cosa si vorrebbe per non trovare giustificazioni quando avremo dei campanelli interni che ci riportano uno stato di malessere.

E' importante sapere quello che si desidera prima di tutto per sé perché questo ci renderà più credibili e competitive nel mondo del lavoro, ci permetterà di sostenere le nostre idee e la nostra scelta anche con i parenti più stretti (magari i nonni volevano per loro il nipotino e noi, invece, lo mandiamo al nido mezza giornata e lo recuperiamo da loro alle 16, almeno io ho fatto così).

Ricordatevi mamme che avete dei diritti e le aziende hanno dei doveri nei vostri confronti e di questo l'avvocato presente all'incontro ne ha ben parlato.

Quindi per ogni perplessità non esitate a contattarmi e fatemi sapere quali scelte avete fatto dopo aver capito cosa ora siete diventate!

Buona vita!

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