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TU CHIAMALE SE VUOI, EMOZIONI


Per concludere l’argomento affrontato in queste ultime giornate, come promesso, proviamo a nominare le EMOZIONI e come tenerne conto anche nell’esercizio del nostro ruolo genitoriale.

Chi non ha visto questo cartone INSIDE OUT, lo faccia, davvero, direi che è sicuramente più comprensibile a noi adulti che ai bambini. Nella testa di Riley, la protagonista, convivono cinque emozioni: gioia, tristezza, rabbia, paura e disgusto. Queste emozioni formano una sorta di gruppo di lavoro che va prendendo una serie di decisioni perchè la bambina sia in grado di affrontare le diverse sfide della vita. Niente di diverso da quanto ci accade, continuamente, ecco perché penso sia un buono spunto per apprendere qualcosa in merito e nel frattempo divertirsi insieme.

Cosa ho capito io da questo cartone?

1. Non possiamo far finta di provare emozioni nella presa di decisioni.

Le emozioni sono essenziali per prendere delle buone decisioni, perché sono una sorta di filtro che permette di limitare l'ampio universo di possibilità, aiutandoci a scegliere le opportunità meno dannose. Esse sono dei campanelli da dover sempre tenere in considerazione, pertanto, invece di mettere a tacere le emozioni, dobbiamo imparare a connetterci con il nostro mondo emotivo, e spesso anche ascoltare la pancia, sì, perché è proprio lì che si sentono tante cose, poi arrivano al cuore e alla testa. Chiedersi perché quella azione di nostro figlio ci fa così tanto arrabbiare, perché non tolleriamo un comportamento, perché se lo guardo mi commuovo, perché? Ci vuole tempo, pazienza, sofferenza, volontà di mettersi in discussione ma è probabile che solo attraverso una connessione con la propria “parte bambina” si possa poi creare un nesso con chi si è ora.

2. I ricordi cambiano la loro impronta emotiva con il tempo

La memoria non è solo un archivio di ricordi, come si dice nel cartone, ma è un processo attivo che è in continua evoluzione. Pertanto, quello che ricordi oggi non è quello che ricorderai domani. Le emozioni che proviamo e le esperienze che abbiamo vissuto, cambiano il modo in cui guardiamo al passato, e quindi, cambiamo i nostri ricordi.

Io ho molti ricordi felici della mia infanzia ma nel ripensare ad alcuni di questi sento talvolta nostalgia e tristezza. Così come ne ho altri tristi che però mi hanno generato allegria nel ripensare ai perché, ai cambiamenti. L’esempio che sento in particolar modo calzante è quando perdiamo una persona cara, i primi ricordi sono pieni di dolore e tristezza ma col passare del tempo vengono ricoperti da nostalgia e gioia per quanto di bello si è potuto avere. Quello che accade è che ricordando non siamo in grado di astrarci dalla persona che siamo diventati. E questo cambiamento trasforma i nostri ricordi.

3. Potenziare le emozioni positive perché sono in svantaggio

Sperimentiamo ben più delle cinque emozioni descritte nel cartone. Tuttavia, le emozioni principali sono precisamente: gioia, tristezza, rabbia, paura e disgusto. Queste sono le emozioni che vengono attivate a livello ​​viscerale, davanti ad uno stimolo, ma che sono in grado di dare origine a quelle che si conoscono come le emozioni secondarie: disprezzo, frustrazione, eccitazione, imbarazzo o sorpresa. La cosa interessante è che nel nostro bagaglio emotivo le emozioni "negative" sono più numerose di quelle "positive". Questo perché le emozioni hanno il compito di mantenerci al sicuro, quindi è normale che nel corso dei secoli si siano potenziate le reazioni negative che ci avvertono del possibile pericolo, mentre i segnali positivi e soddisfacenti possono essere meno intensi. Questo significa che dobbiamo fare uno grande fatica per alimentare quelle emozioni "positive", le emozioni che ci fanno sentire bene e ci rendono felici.

4. Sviluppa quello in cui credi altrimenti si sbiadirà e forse lo perderai

A un certo punto del cartone si fa riferimento alla “spazzatura mentale” e si nota come i ricordi più sbiaditi vengono cancellati. Nella nostra mente accade qualcosa di simile quando uno schema neuronale non viene utilizzato per un lungo periodo, questo si indebolisce sempre di più fino al punto che può scomparire. Pertanto, è importante che capisci ciò che ti piace, ciò di cui hai bisogno per star meglio tu e chi ti circonda: se desideri essere più paziente, gentile, comprensivo, tollerante, avere positivi rapporti interpersonali, qualsiasi cosa che non coltivi potrebbe sparire.

Non lasciare che la frenetica routine quotidiana ti tolga alcuna delle cose più importanti, dedicagli del tempo. I tuoi figli hanno bisogno che tu stia bene per essere un genitore al massimo delle proprie competenze.

5. Tutte le emozioni sono necessarie

La cosa che poi più mi ha emozionato è stato il ricordarmi che tutte le emozioni sono necessarie, non dobbiamo allontanarle, negarle, rimuoverle perché hanno tutte un messaggio da trasmettere. Ricordate, la tristezza, all'inizio appare in secondo piano in seguito riprende un suo preciso posto, quando ci rendiamo conto che anche attraverso di essa le cose possono cambiare. Il nostro bagaglio emotivo ci offre un grande vantaggio evolutivo. Quando abbiamo paura fuggiamo dal pericolo o siamo più prudenti, la rabbia ci spinge ad essere più combattivi e il disgusto ci fa allontanare da cose probabilmente nocive.

Avere un occhio non solo a quanto ci circonda ma da uno più profondo rivolto all’interno di noi, implica un cambiamento enorme nel modo di rapportarci con noi stessi, perché impariamo ad accettarci come siamo, impariamo ad accettare tutte le nostre emozioni e a riconoscerle sapendo così rispondere meglio a quanto i nostri figli suscitano in noi e a diventare maggiormente empatici per capire così le conseguenze delle nostre azioni.

P.S: Vi consiglio vivamente EMOZIONARIO. Dimmi cosa senti, di C. Scalabrini. Un momento di lettura tra voi ed i vostri bambini per scoprirsi e parlare insieme di emozioni e, come spesso accade, da parola nasce parola.

Sabrina Ritorto

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