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E ADESSO COME GLIELO DICO CHE NON HO MANGIATO UN’ANGURIA MA CHE ARRIVA UN FRATELLINO O UNA SORELLINA


Anche oggi ho proprio voglia di raccontare i pensieri emersi lungo l’ultimo incontro avvenuto lo scorso 4 dicembre al “Caffè delle mamme”.

Rispetto ai due precedenti incontri inerenti il rientro al lavoro dopo la maternità e la ricerca di nuovi equilibri nella vita e nella coppia dopo la nascita di un figlio (http://bit.ly/2iM847d;http://bit.ly/2yc2Zuf),questa volta le mie emozioni hanno necessitato di meno tempo per sedimentare. Forse perché questa esperienza l’ho ormai ben elaborata, a distanza di cinque anni dalla nascita della mia secondogenita ma credo anche perché, come ho detto alle mamme presenti, questa volta ho assunto più il ruolo del professionista fornendo loro risposte e strumenti di rapido utilizzo e meno quello di facilitatore della comunicazione, cosa che amo particolarmente fare lungo questa tipologia d’incontri.

Queste mamme erano davvero in allarme rosso e bisognose di tornare a casa con un elenco di appunti pronti da condividere con il partner e da esporre insieme, in maniera chiara ed ordinata, ai loro primogeniti. Un po’ come quelle liste che si trovano ormai su tutti i social!

“Ma se dovesse dirmi che gli ho fatto un fratellino perché lui da solo non ci bastava, che cosa gli rispondo?”

“Come faccio a dividere questo amore così forte che provo per lei?”

“Ma cosa può capire di quegli aspetta che dovrò dirle?”

“Come si manifesta la gelosia? E io come gestisco la sua rabbia?”

E così a ruota libera, trasportate da una tangibile paura di ferire e deludere quel bambino così tanto desiderato, presente, cresciuto in maniera così univoca, le loro domande si sono ben mescolate con i racconti di episodi quotidiani.

Indiscutibile l’amore ma altrettanto discutibile la nostra propensione ad essere, talvolta, dei genitori spazzaneve. Cliccateci sopra se avete voglia di approfondire, altrimenti, in breve è il comportamento proprio di quei genitori che aprendo le braccia, così come è lo spazzaneve montato su un veicolo, cerca in ogni modo di spazzare via per primo quello che trova sul suo cammino, permettendo al bambino che viene dopo di lui di trovare un sentiero bello pulito, possibilmente piano e privo di ogni ostacolo. Lascio a voi dedurre se questo è realmente un’azione che alla lunga produrrà benefici a vostro figlio, per me non lo è.

Impedire al vostro bambino di provare gelosia, rabbia, tristezza, sconforto, non è un male se voi sarete lì a contenerlo, a dare un nome a queste emozioni e ad escogitare con lui strategie per gestirle.

Ma ricordate che vi sono molte altre emozioni positive che la nascita di un fratellino/sorellina porta (allegria, empatia, felicità, stupore,...)!!!!

Con le mamme si è parlato dei possibili modi in cui le emozioni - definiamole negative- irrompono arrivando ad affermare che spesso non sono sempre conseguenti all'azione appena compiuta. E’ importante riflettere su questo per non cadere nella trappola causa-effetto: “si è sempre messo la giacca che gli davo e ora che è arrivata la sorellina, si butta per terra e vuole sempre altro!”

La deduzione che questo comportamento arrivi dalla nascita del secondogenito lo lascio stabilire a voi, che con quel bambino ci vivete da sempre, io vi suggerisco di pensare anche se non sia un chiaro inizio dell’affermazione della propria personalità (considerate l’età) e del fatto che forse è opportuno metterli davanti ad una scelta, proponendo loro, ad esempio “vuoi la giacca blu o quella bianca” (capi da voi selezionati nel rispetto di caratteristiche necessarie).

Poi, io lo spero che arrivino a dirvi e a dimostrarvi che quell’esserino appena entrato in casa un po’ di cose le ha effettivamente cambiate, perché questo implica che oltre ad essere loro stessi in contatto con le loro emozioni sanno di avere da voi un ascolto attivo, capace di non banalizzare ma di prendere in considerazione.

Anche io, pur avendo un bagaglio formativo, quando è nata la piccola Emma ero molto in allarme per le possibili reazioni di Giorgia, che allora aveva due anni e mezzo.

Così al di là dei libri (uno l’ho citato nel blog dal dire al fare ma ne ho presenti molti altri), ho pensato di creare per lei un libretto dove mamma e papà le narravano anche attraverso le sue foto quanto sarebbe ri-accaduto con la sorellina. Rivivere la sua storia, le sue azioni, i suoi cambiamenti le ha permesso di sentirsi parte di questa avventura, ha dato un nome alle sue emozioni e ci ha permesso di prenderlo e rileggerlo ogni qualvolta una sua fatica si stava manifestando rendendola anche più propensa a cedere quegli oggetti ora necessari alla sorellina.

Lascio a voi trovare possibili strategie e se vi va di condividerle ve ne sarei grata perché possano diventare un bagaglio utile al quale tutte attingere.

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